La Dieta Mediterranea è nata nel cilento

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Dieta Mediterranea e longevità: nel Cilento la storia della cucina di lunga vita che ha reso celebre l’Italia.

Non tutti lo sanno, ma la Dieta Mediterranea (riconosciuta nel 2006 dall’Unesco come lo stile alimentare più salutare per eccellenza), prima di essere una delle inestimabili ricchezze della civiltà italiana, nasce sulle tavole del Cilento antico. In particolare fu la tradizione gastronomica del caratteristico borgo di Pioppi, nel comune di Pollica, ad attirare l’attenzione di Ancel Keys, il grande fisiologo americano ideatore della razione K, il pasto giornaliero somministrato ad ogni soldato dell’esercito degli Stati Uniti d’America durante le missioni di guerra. Fu lui ad inventare la piramide alimentare, il modello grafico che indica quali cibi consumare quotidianamente e quali evitare per condurre uno stile nutrizionale corretto.  

Erano gli anni ’50 e Keys che lavorava per l’università del Minnesota, stava indagando sulla relazione tra alimentazione e stato di salute che lo indusse a ritenere che vi fosse una correlazione tra l’assunzione di grassi e le malattie cardiovascolari. Decise a tal proposito, di condurre una ricerca su vari nazioni del mondo, per verificare la sua ipotesi.

Quando il suo viaggio ebbe inizio, con lui c’era sua moglie, la biologa Margaret Haney, scomparsa nel 2006, che lo accompagnò in tutti i suoi spostamenti e nelle sue ricerche. Di lei è ancora vivo il ricordo tra gli abitanti del borgo, che ne narrano la gentilezza e l’amore per le marmellate che lei stessa preparava seguendo le ricette tipiche suggerite dalle donne del paese. Ma nei viaggi di Ancel Keys era presente anche un altro medico americano, Paul D. White, cardiologo del Presidente Eisenhower, che lo seguì in numerosi viaggi. Lo studio epidemiologico conosciuto come Seven Countries Study, coinvolse uomini di età compresa tra i 39 e i 59 anni, in 7 nazioni (Stati Uniti, Finlandia, Olanda, Italia, Yugoslavia, Grecia e Giappone). I sette Paesi furono scelti perché rappresentativi di “culture” molto diverse fra loro.

Fu a Napoli che la ricerca di Keys trovò la vera chiave di svolta. Quando interrogò i medici partenopei sulle malattie più diffuse per capirne il legame con l’alimentazione, scoprì che la cucina campana lasciava basso il valore del colesterolo nel sangue con rari casi di infarto miocardico, ma solo nelle classi meno abbienti perché si nutrivano con una cucina povera e non mangiavano mai carne, a differenza dei ricchi napoletani che cucinavano il tradizionale sugo di carne con il parmigiano sulla pasta. E proprio a Napoli sentì parlare del borgo di Pioppi, dove si diceva vi fosse un numero sorprendente di centenari. Così decise di approfondire la sua conoscenza, intraprendendo uno studio sull’alimentazione degli abitanti della piccola frazione. Una storia che merita di essere ripercorsa, non solo per il suo valore scientifico, ma anche umano.

La vita di questo straordinario scienziato partito da Minneaopolis, si legò indissolubilmente alla vita di quella della piccola comunità che rimase coinvolta nei suoi studi dal 1963 fino al 2000. Keys voleva svelare il segreto della longevità dei 400 abitanti di Pioppi, dove visse per sei mesi l’anno, circondato da boschi di ulivi, alberi di fichi, vigneti e piante di carrubo.

Keys morì nel 2004, nel Minnesota a 101 anni.

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